Cittadella (momentaneamente chiusa)

La Cittadella di Alessandria nacque in conseguenza del Trattato della Lega di Alleanza, stipulato nel 1703, durante la guerra di Successione di Spagna, tra l’Imperatore d’Austria e il Duca di Savoia Vittorio Amedeo II: al Duca furono cedute le province di Alessandria e di Valenza e le terre situate tra il Po e il Tanaro, come ricompensa per essersi schierato al fianco dell’Impero Asburgico. Fu chiara da subito l'esigenza, per la sicurezza della città, di costruire una cittadella fortificata, il cui progetto fu affidato all’ingegnere militare Ignazio Bertola. La Cittadella di Alessandria rientrava all’interno di un vasto programma di difesa dello Stato sabaudo che comprendeva il forte di Bard per controllare i valichi del Piccolo e Gran San Bernardo, quello della Brunetta presso Susa e quello di Fenestrelle nella Val Chisone. Già esistenti erano le fortezze di Cuneo e Saorgio e il forte di Ceva nella valle del Tanaro. La Cittadella sarebbe così divenuta l’elemento centrale del sistema difensivo piemontese.
Dopo la sconfitta delle truppe piemontesi nella Prima Campagna d’Italia (1796) di Napoleone Bonaparte, la Cittadella e la città di Alessandria passarono sotto il dominio francese. Tre anni dopo le forze austro-russe costrinsero i francesi a deporre le armi. Ma dopo solo pochi mesi, il 14 giugno 1800, a seguito della battaglia di Marengo, i francesi si impossessarono nuovamente della fortezza e della città. Napoleone decretò allora la demolizione di tutte le fortezze che costituivano l’apparato difensivo del Piemonte, fatti salvi il Forte di Fenestrelle, la Cittadella di Torino e la Cittadella di Alessandria: quest'ultima, anzi era destinata a divenire la maggiore opera difensiva francese nella pianura padana e centro logistico essenziale per le operazioni militari in Italia.
Con il crollo dell’Impero francese Alessandria fu reintegrata nello Stato sabaudo. La Cittadella fu ancora teatro della storia in occasione dei moti insurrezionali del 1821: i soldati della guarnigione piemontese insorsero e si impossessarono della Cittadella, dichiarando fedeltà al Re Vittorio Emanuele I. Fu allora che i costituzionalisti innalzarono sulla Cittadella il tricolore carbonaro. In seguito, le truppe realiste di Carlo Felice, succeduto al trono di Vittorio Emanuele I, sconfissero le schiere costituzionaliste e soffocarono i moti insurrezionali, riappropriandosi della roccaforte alessandrina.
Nel 1833, la Cittadella fu la prigione di Andrea Vochieri, membro della Giovine Italia di Giuseppe Mazzini.
Tra il 1855 e il 1857 vennero erette nuove opere difensive: i forti Bormida, Acqui e della Ferrovia. Alessandria divenne un campo trincerato per il controllo del sistema fluviale Tanaro-Bormida. Nel corso della Seconda Guerra di Indipendenza contro l’Austria, la Cittadella e il campo trincerato di Alessandria rappresentarono ancora una volta il fulcro del sistema difensivo e il centro logistico dell’armata francese di Napoleone III, accorsa in aiuto del Piemonte attaccato dall’Austria.
In seguito alla proclamazione del Regno d’Italia, divenendo la città sede di Comando d’Armata, le funzioni della Cittadella si ridussero a quelle di caserma di presidio di diversi reggimenti, tra i quali il 37° Reggimento Fanteria della Divisione Ravenna, che vi fu di stanza, a più riprese, fino alla seconda guerra mondiale.
Dal 1943 al 1945 la Cittadella fu occupata dai Tedeschi. Negli anni ’50 fu sede del 52° Reggimento Artiglieria Pesante Campale. La Cittadella di Alessandria è, a tutt'oggi, uno dei più grandiosi monumenti europei nell’ambito della fortificazione permanente del XVIII secolo.

Ingresso libero, a pagamento in occasione di eventi e manifestazioni.



Indirizzo e contatti

via Pavia, 2 - 15121 Alessandria (AL)
Telefono: +39 0131 400.35