Comune Alluvioni Piovera

Nato dall'unione dei Comuni di Alluvioni Cambiò e Piovera.

Il territorio di Alluvioni Cambiò si estende alla confluenza dei fiumi Tanaro e Po, tra le Province di Alessandria e Pavia. Il nome del paese capoluogo (un tempo le Alluvioni di Cambiò) e della sua frazione Grava (anticamente dato agli alvei abbandonati dai fiumi in riferimento alla voce celtica "grava": area ghiaiosa) lega indissolubilmente la storia di questo borgo a quella dei corsi d'acqua. Il territorio a sinistra, che si estendeva fino al Po, veniva denominato "Campus Minatus" (minacciato); al di là del Po era chiamato "Campus Beatus" (beato) da cui Cambio, per gli intensi traffici esistenti nella zona o Cambiò, per i mutamenti provocati dalle acque. In questa regione, nel Medio Evo, sorgeva Sparvara, lembo estremo della Diocesi di Tortona. Le origini del luogo per alcuni sono tardoromane, risalenti al 276 d.c., per altri longobarde in base all'origine del nome stesso (Sparguara) che significa "casa del comandante". Un porto natante costituiva la principale via di transito per i traffici commerciali.
Il fiume Po costituì per secoli una minaccia poiché abbandonando il suo letto sconvolgeva la fisionomia del territorio e spazzava via ogni forma di civiltà. Risale al 1716 una piena spaventosa che inghiottì il paese, gli abitanti sopravvissuti trovarono rifugio presso un agglomerato preesistente di nome "Vulgo Alluvioni" (chiamato poi Le Alluvioni di Cambiò) composto da undici famiglie; il ricordo della tragedia si sarebbe cristallizzato proprio nel nome di questo abitato che di lì a poco si ingrandì.
Tra i luoghi più interessanti da visitare ricordiamo la Gipsoteca Giovanni Taverna (aperta su prenotazione) ed il settecentesco Palazzo Bellingeri, nella frazione di Grava.

Per quanto riguarda invece il nucleo di Piovera, le origine sono precedenti al crollo dell'Impero Romano, quando molti uomini della plebe di Roma ed ex-appartenenti alle legioni imperiali vengono qui per incrementare la produzione dei beni per l'immenso stato e per presidiare la terre dell'Impero, sempre meno sicure.
Nell'Alto Medioevo, il Paese della "Plovara" attraversa momenti assai diffcili: la zona ospita forti contese tra gli invasori d'oltralpe (i Longobardi, i Franchi di Carlo Magno), specie per la sua vicinanza alla capitale del Regno Italico Pavia, che ogni fazione tenta di assediare. Carlo Magno espugna la città, nel 774, ed associa il Regno Longobardo a quello Franco; a lui si deve l'intento di riportare ordine nelle cose civili e militari del regno e quindi anche il riassetto delle strade consolari e la costruzione di difese per la zona della Plovara.
Nascono così il "Castrum" di Piovera, quelli di Rivellino, Sale e Castelnuovo, ed attorno alla fortezza pioverina si sviluppa il centro abitato; le mura di cinta però non vengono mai terminate.
Il castello di Piovera, insieme a quello di Rivellino, viene potenziato nei secoli, specie durante il Ducato di Milano, e rimane efficiente fino al periodo della costituzione dei feudi. Si tratta del monumento più interessante del Comune, merita sicuramente una visita.
Altri monumenti degni di interesse sono l'antica porta di accesso al Borgo Medioevale di Piovera, trasformata in arco-monumentale ai caduti di tutte le guerre nel 1924-25; la chiesa parrocchiale di San Michele, di origine longobarda ma ricostruita nel Seicento e l'Oratorio della Confraternita di San Giovanni Battista, trasformato in salone per mostre ed eventi.



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